Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1934, I.djvu/73

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42 EPISTOLARIO che vi comparisca cada in dimenticanza il giorno dopo; e però io, potendo farvi inserire quel che voglio, non vi mando se non le cose di cui poco mi curo, amando meglio che le altre restino inedite, di quello che sieno cosi strapazzate. Augurili infiniti e sincerissimi di felici feste le ritorno anche da parte di quelli, ai quali si è compiaciuto d’inviarli per mezzo mio. Il zio Antici vuol che le scriva che egli spera di presto riverirla in persona. Ringraziandola di nuovo interminabilmente della gran bontà che ha avuta per me, la supplico a ricordarsi del peso che m’hanno imposto i suoi favori, e mi dichiaro suo devotissimo obbligatissimo servo. 20. Ad A. F. Stella. - Milano.1 Recanati 27 Deoembro 1816. Stimatissimo Signore. Il 21 dell’andante ricevemmo il pacco n° 7 intiero ed in buono stato. Le faccio avvertire però che non ci è stato mai spedito il T. 23 della Raccolta di Viaggi, perché la Spedizione n° 6 non giungeva che al T. 22, mancando dei 19 e 20, che nella seguente si sono suppliti coll’aggiunta del T. 24, restando cosi fuori il 23, che la prego trasmettermi insieme coi Libri che le noto a tergo. Quando non abbia a farne più uso, potrà insieme farmi riavere i Mss. della traduzione di Frontone e del Saggio sopra gli errori popolari degli antichi.- Le sarò ancora infinitamente tenuto se vorrà favorirmi i fogli dei giornali stranieri nei quali si parla del 1 Pubblicata primamente da C. Mauro nelle Conversazioni della] Domenica di Milano (numero del 2 maggio 1886), di su l’autografo ohe è nella Biblioteca Nazionale di Milano, sul qualo è stato novamonte riscontrato il testo. Attua l’intenzione manifestata nella lettera precedente, fine del 3° paragrafo. Il Frontone gli fu rimandato; non cosi il Saggio, dallo Stella trattenuto. Questo Saggio, composto da G. nei due mesi di giugno o luglio del ’15, avrebbe dovuto stamparsi in Roma; ma fu poi inviato allo Stolla, in copia di bel carattere ma di mano altrui, con qualche correzione e con le parole greche di mano dell’autore. Qual ohe ne fosse la cagione, rimase inedito e dimenticato tra le carte dell’editore milanese, finché non lo pubblicò il Viani nel 1848 (Firenze, Lo Monnier), sulla copia medesima da lui acquistata nell’agosto del ’45 dagli eredi Stella, e passata in ultimo, per dono del I.e Monnier, insieme con tutto il materiale servito all’edizione ranieriana del ’45, alla Biblioteca municipalo di Recanati. Dello stesso Saggio rimangono altri due esemplari, autografi: uno che, ceduto da G. al De Sinner insieme con tutti i mss. filologici, passò poi con ossi alla Nazionale di Firenze; e un altro che, conservato dall’autore con tutti i mss. letterarii, passò con essi, per volere del Ranieri, alla Nazionale di Napoli. È notabile che il cap. XV del Saggio, Dei Pigmei e dei Giganti, era stato inserito, ancora vivente (e non so se scient9) il Leopardi, fin dal ’36, dal Berger de Xèvrey, nelle sue Traditions tératologiques (Paris, imp. Ro.val). fattogliene agio dal De Sinner.