Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1934, I.djvu/76

Da Wikisource.

ANNO 1817 - LETTERE 31 -82 45 Classici, non cosi pieno di lagune come le altre cose dateci dallo stesso editore, e più dilettevole e facile ad essere ben accolto dal pubblico per essere storico e non oratore, né scrittor d’epistole, né filosofo, ne ho fatta una traduzione accompagnata da qualche nota, che contiene quasi sempre nuove osservazioni, o correggendo inavvertenze, o indicando omissioni, nelle quali mi par ohe sia caduto il per altro diligentissimo Mai.1 Se ella trovasse opportuno di nssumer la stampa di questa traduzione, io le la manderei prontamente, accettando volentierissimo che, qualora ella non si contenti di esaminarla da sé, che ben lo potrebbe, la sottomotta immediatamente alla censura dei signori Compilatori della Biblioteca Italiana. L’impresa non sarà grande, j>erché, secondo il mio scandaglio, appresso a poco la mia traduzione non porterà più di quattro fogli circa di stampa facendosi in ottavo; poiché, tolte all’edizione latina le note, la versione, i prolegomeni, le appendici, resta ben poco di testo. Se mi è lecito parlarle della mia traduzione, le dirò che la ho fatta con tutto il possibile studio, non avanzando una parola senza averla maturamente ponderata, e con tutta la cognizione delle due lingue di cui io sono capace. Credo che poco di meglio possa uscire dalla mia povera penna, e a me pare di esserne soddisfatto, che non è solito.* Quando lo piacesse di farne uso, vorrei che mi sapesse dire se le par conveniente il porle a fronte il testo greco che riuscirebbe utilissimo, avendolo il Mai dato in lettere maiuscole, in modo ohe non si può leggere senza infinito incomodo. Allora accanto alla mia traduzione io le manderei il testo scritto leggibilissimo e chiaro di mio 1 Fin dal 21 ottobre’16 il conto Monaldo aveva commesso «Ilo Steli», per Giacomo, insieme con altri libri, anche un’opera di recente venuta alla luce in Milano, dal titolo: Dionysii Alicamassci Romanarum AntiquiUUum ■pars hactenus desiderata, nane denique ope Codicum Ambfosianorum ab Angelo Maio Ambrosiani Collcgii Doctorc quantum licuit restiluta. Opus Francisco I Augusto sacrum. Mrdiolani, rtgiis typis, 1816. Giacomo ne fece subito, entro i primi venti giorni del gennaio ’17, un volgarizzamento, con note e correzioni, offrendolo con la prosonto lettera allo Stella per la stampa; la quale però, «ebbene accettata, non ebbe luogo. Con questo volgarizzamento G. chiuse quol periodo di febbrilo attività filologica degli anni ’14-’ 16, ohe lo costrinse a sospendere per circa dieci mesi gli studi o a rifare i suoi poveri occhi sottoposti a eccessiva fatica. Si può dire ch’osso formi come l’anello di congiunzione tra i lavori filologici e i successivi, fatti secondo un nuovo programma di studi. 2 Non ostante che questa soddisfazione mostrata ora da G. pel suo lavoro fosse mal corrisposta dallo Stella che non s’indusse a stamparlo, e più tardi fosse contraddotta dalla riprovazione che G. stesso ne fece scrivendo al Giordani il 22 dicembre’17 e poi ancora al Sonzogno il 27 luglio *18; tuttavia anche di esso si può diro che in roalth G. non dovè farne cosi sfavorevole giudizio come fece a parole, se per la solenne edizione di tutte le sue Opere divisata nel ’25 a Bologna egli chiedeva al fratello anche il ms. di questo volgarizzamento.