Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1934, I.djvu/79

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48 EPISTOLARIO per miracolo il Bellini non potrei cominciare l’articolo prima di avere il Callimaco contenuto nella spedizione seguente del 15 gennaio p., la prego a dirmi il nome della città ove dimora il signor Biraglii per mezzo del quale Ella la ha fatta, onde almeno possiamo scongiurarlo quando, come certamente sarà, i libri non ci giungeranno prima della di Lei risposta. Se non le conviene stampare per suo conto il ms.1 che riceverà insieme con questa, la prego ad avvertirmene immediatamente. Scorrendo la prefazione vedrà per qual motivo la cosa non soffra indugio. Perché le lettere non abbiano ad incrociarsi, io non le darò pili l’incomodo di una mia se prima non avrò ricevuto risposta alla presente. Di molte cose la ho pregata in questa lettera, ma ora soprattutto la prego a conservarmi la sua amicizia, e darmi occasione di provarle col fatto che sono suo devotissimo obbligatissimo servo ed amico. Osservazioni del Ciampi sopra l’Epitome delle antichità romane di Dionigi Alicamasseo.2 1 È quello dell’/nno a Nettuno, la prima contraffazione letteraria dui L., «The vollo con esso dar saggio della sua porizia noi greco facendo passare per roba antica ciò cho ora uscito dalla sua penna fin dal maggio ’16. E vi riuscì magnificamente. È noto ch’egli finse di dare la traduzione poetica, in endecasillabi sciolti, dol supposto testo greco doll’/nno, che asseriva aver trovato in una piccola libreria di pochissimi manoscritti; e che, per convalidare la finzione, aggiunse una quantità di eruditissimo note a molti luoghi del preteso testo, dol quale egli diceva potersi attribuire la paternità a Callimaco. Notisi però cho, come risulta da questa stessa lettera, gl ’Inni di Callimaco col greco, da G. commessi allo Stella il 27 dicembre, non gli erano ancora giunti; e solo il 21 marzo egli scrisse allo Stella di averli ricevuti. Aocompagnavano la traduzione dell’Inno due odi adespote, testo greco e versione latina, l’una intitolata In Amorem, l’altra In Lunam, lavoro anche questo di G., che ingannò del pari i più fini ellenisti. 2 È un libro contro il Mai. Giacomo, cho aveva già compiuta la sua traduzione dell’Alicarnaeseo (v. lott. 22, p. 45, nota 1), appena vide annunziato il libro dol Ciampi, pensò di occuparsene nella prefazione alla sua traduzione; e quindi subito fece la commissione del libro. — Il sacerdote pistoiese Sebastiano Ciampi (1769-1847) eruditissimo e studiosissimo, che poco dopo, nel ’18, era chiamato dall’Imperatore Alessandro I all’Università di Vai-savia ove insegnò fino al ’22, tradusse molto dal greco in cui ora particolarmente versato, e scrisse in latino e in italiano molti libri e momorie di storia, archeologia, letteratura, arto, politica, linguistica.