Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1935, II.djvu/11

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8 EPISTOLARIO per V. S. ad un Signore di qui, che partendo per costà mi promise di ricapitargliela; ma non avendo mai veduto riscontro, credo che si sia dimenticato della sua parola. Ora sono ad annoiarla con una preghiera che la sola sua gentilezza mi da animo di farle. Con questa sarà un mio piccolo manoscritto 1 che le invio per la posta, assicurato. Desidererei il favore che V. S. si compiacesse di darlo a stampare a mio conto in cotesta città, nel formato di 12 o 16 in maniera che non eccedesse i due fogli di stampa, in carta mediocre, eccetto ima dozzina che bramerei stampata in carta di buona qualità, sia velina, sia com’Ella giudicherà più a proposito; e quanto al numero delle copie in tutto, non vorrei che uscissero dalle duecento alle trecento. E la legatura, desidererei che V. S. la facesse eseguire in carta colorata, ovvero in carta bianca stampata, come le parrà meglio. Ma soprattutto, dovendosi far la stampa in mia lontananza, la pregherei a volermi favorire di dar l’incarico della revisione a persona che vi adoperasse tutta la diligenza ch’è necessaria in queste piccole edizioni, dove ogni minimo errore riesce vergognoso, e spesso anche fa gran danno al componimento, e all’onor dell’autore. E perciò, che il revisore non trascurasse neanche la punteggiatura, ch’io ho cercato di regolare nel manoscritto con ogni esattezza, parendomi che anch’essa faccia non piccola parte della buona o cattiva qualità dello stile, massimamente in questa sorta, di scritti.2 Quando V. S. si voglia compiacere di favorirmi, ragguagliandomi poi della spesa, me ne crescerà infinitamente la riconoscenza eli’ io le professo. Ma desidero principalmente, ch’Ella scusi il mio ardire, attribuendolo alla confidenza che ho nella sua cortesia. E con grande e sincera stima ho il bene di dichiararmi suo devotissimo obbligatissimo Servitore ed Amico. 250. Di Pietro Brighenti. Bologna 10 Febbraro 1820. Venerat-issimo Signor Conte Padrone osservandissimo. Ricevei ieri la onorevole sua del 4.3 Io avrò sempre come una grazia qualunque comando le piacerà di abbassarmi. Nel pochissimo che io vaglio, il mio animo si trova soddisfattissimo di avere incontri da ubbidire persone, che tanto sono degne di riverenza e di affetto, qual’d V. S. illustrissima. A monte adunque, la supplico, ogni cerimonioso riguardo, che a 1 È quello delle tre canzoni Nello strazio d’ima giovane ecc., Ad Angelo Mai ecc., Per una donna malata ecc. 2 Non è questa la prima né sarà l’ultima volta che G. si preoccupa e raccomanda l’esatta correzione tipografica de’ suoi scritti, e in ¡specie della punteggiatura, nella quale fu sempre cosi accurato, anzi talvolta meticoloso. 3 È la precedente.