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Pagina:Leopardi - La virtù indiana, manoscritto, 1811.djvu/10

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taccia d’importuno Novatore io non apporterei per liberarmene, che le parole poste dal celebre Algarotti in una sua lettera, e son le seguenti: «Ognuno sa a mente quei versi della Poetica Latina,


Neve minor neu sit quinto productior actu
Fabula, quae posci vult, et spectata reponi,


Precetto, che viene da Orazio prescritto non meno per la Commedia, che per la Tragedia. Ora se pur vi ha delle Commedie di Moliere di tre atti, e non più, e che ciò non ostante son tenute buone1; non so perchè non vi possa ancora essere una buona Tragedia che sia di tre atti, e non di cinque.


                                                            ...Quid autem
Cæcilio, Plautoque dabit Romanus ademptum
Virgilio Varioque?


E forse non sarebbe del tutto fuor di ragione, che una gran parte delle moderne Tragedie si riducessero a tre2 atti solamente; mentre si

  1. Sul ms. «buona» corretta in «buone».
  2. «cinque» sul manoscritto, refuso cancellato e corretto nello spazio sopra dal Leopardi con «tre».