Pagina:Leopardi - Opere I, Le Monnier, Firenze 1845.djvu/27

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X\ INTORNO AGLI SCRITTI, ALLA VITA ED AI COSTUMI letto alla correzione delle sue poesie, che si stampavano quivi stesso, e delle sue prose, che si stampavano in Milano ; e ( salva una breve corsa a Ravenna, ove si compiacque di contemplare gli ultimi aneliti dell’ antichità) vi dimorò insino al novembre del 2G, che si rimise in Recanati. Ma quell’incomprensibile, e quasi più che umano, dolore, che fu principio e fine di tutto l’essere del Leopardi, non lo lasciava mai riposare fra le dolcezze familiari, che sono pur sempre o il maggior bene o il minor male che gli uomini s’abbiano sulla terra. Dall’ abisso medesimo del suo dolore egli aspirava, per l’insanabile instinto della specie umana, a quella felicità onde aveva letto, cantato e discorso il vano e il nulla. E sempre dietro al suo fuggitivo fantasma, ripartiva novamente di colà dove pur dianzi, disperato di raggiungerlo, s’era tornato. Nell’aprile del 27 si ricondusse a Bologna, donde, dopo due mesi, si recò a Firenze. Ivi gli si scoperse una nuova scena: non la romana; non la lombarda: ma una più bella ed incantevole; e pure sempre italiana. L’olezzo de’ fiori, l’armonia della lingua, la grazia inenarrabile delle donne, l’innocenza del reggimento, le curve svelte e, per così dire, aeree dell’architettura, un non so che di carezzevole e di casalingo che gli parve arcanamente scusare le pareti domestiche, un non so che d’ attico e di leggiadro eh’ egli aveva creduto insino allora un’idea ed ora la trovava una cosa sensibile ed esistente, gli rappresentarono un sogno leggerissimo ond’ egli sorvolò più mesi il suo dolore ed osò novamente credere alla felicità. E recatosi nel novembre in Pisa, la pace, la quiete, il dilettoso si¬