Pagina:Leopardi - Opere I, Le Monnier, Firenze 1845.djvu/44

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Alili’ ITALIA. 0 pairia mia, vedo le mura e gli archi E le colonne e i simulacri e l’erme Torri degli avi nostri, Ma la gloria uon vedo, Non vedo il lauro e il ferro ond’eran carchi I nostri padri antichi. Or falla inerme, Nuda la fronte e nudo il petto mostri. Oimè quante ferite, Che lividor, che sangue! oh qual ti veggio, Formosissima donna! Io chiedo al cielo E al mondo: dite dite; Chi la ridusse a tale? E questo e peggio, Che di catene ha cardie ambe le braccia; Si che sparte le chiome e senza velo Siede in terra negletta e sconsolala, Nascondendo la faccia Tra le ginocchia, e piange. Piangi, che ben hai donde, Italia mia, Le genti a vincer nata E nella fausta sorte e nella ria. Se fosser gli occhi tuoi due fonti vive, Mai non potrebbe il pianto Adeguarsi al tuo danno ed allo scorno; Che fosti donna, or sei povera ancella. Chi di te parla o scrive, Che, rimembrando il tuo passato vanto, Non dica: già fu grande, or non è quella? Perchè, perchè? dov’è la forza antica, 1'