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CHIARINI


conciliabile, varietà e controversia. Se la scienza del ragionamento potesse acquistare in ogni sua parte la precisione che ha nella matematica, cesserebbe ben presto ogni discordia anche fra i giudizi dei filosofi. Ma ciò nè fu veduto, nè è sperabile si vegga mai, perocchè sia troppo diversa la materia sopra la quale si esercita il giudizio del filosofo e quello del matematico. A nessuno venne o verrà mai talento di negare che 4 più 2 è eguale a 6, e 4 meno 2 è eguale a 2; e di questo giudizio tutti fanno la medesima stima, e tutti ne deducono le medesime conseguenze. anche nessuno ha mai negato o negherà che l'uomo nasce e muore, che prova sensazioni piacevoli e dolorose, che pensa, che vuole, che ama; ma quanti convengono intorno alla estimazione di questi fatti? quanti ne traggono identiche conclusioni? Il matematico va dal noto all'ignoto; e il filosofo pure: ma quegli nel suo procedimento arrivando all'ignoto per combinazione di cose note, non eccede mai i limiti delle sue conoscenze, e mira ad un resultato i cui elementi sono della natura stessa dei primi giudizi da cui mosse; questi o pretende varcare quei limiti, o li varca senza accorgersi, e vuol trovare le ragioni che sono al di sopra del suo intendere. Cerchiamo nell'ordine naturale un fatto, della cui verità non sia lecito ad alcuno di dubitare; e vediamo se per le conseguenze che altri può trarre dalla semplice affermazione di esso sia ragionevole stimare falso il giudizio che esprime quella affermazione. Dice un indubitabile vero chi dice che la natura ha posto nell'uomo il germe, come di tutte le buone, così di tutte le ree passioni, e che da queste si generano tutti i mali della società umana. Ora se ad alcun ragionando piacesse da tale premessa dedurre che quei mali e le cattive passioni sono cose