Pagina:Leopardi - Operette morali, Chiarini, 1870.djvu/48

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CHIARINI


Da questa verità, che ad un osservatore attento e spregiudicato lo studio e la esperienza del cuore umano dimostrano chiarissima, io conchiudo che una dottrina morale sarà tanto migliore quanto sarà più umana, cioè meglio accomodata alla inferma natura degli uomini, e quanto meglio riuscirà a persuaderli che il più certo utile loro sta nel procacciare il bene degli altri, che è quanto dire nel praticar la virtù.

Giobertiano
Ma scusate: Il Leopardi dice che la virtù, come tutto ciò che è bello e grande, non è che una illusione. Ora come voi, che vi spacciate per filosofo pratico, riuscirete a persuadere il genere umano che il suo bene sta nel correr dietro alle ombre? O non vedete che siete in contradizione con voi stesso?
Razionalista.
Aggiunge però il Leoaprdi che queste illusioni non sono mere vanità, ma cose in certo modo sostanziali; non sono capricci particolari di questo o di quello, ma naturali e ingeniti essenzialmente in ciascheduno, e compongono tutta la nostra vita. E in più luoghi delle sue opere loda ed esalta quelle opinioni, benchè false, che generano atti e pensieri nobili, forti, magnanimi, virtuosi, ed utili al ben comune o privato; quelle immaginazioni belle e felici, anchorchè vane, che danno pregio alla vita, e in fine gli errori antichi, diversi assai dagli errori barbari; i quali solamente, egli dice, e non quelli sarebbero dovuti cadere per opera della civiltà moderna e della filosofia.

L'uomo, secondo il Leopardi, è infelice per decreto immutabile di natura; ma la necessaria infelicità sua è accresciuta grandemente da quelli errori che gli fanno cercare la sodisfazione di sè là dove non si trova, e dove trovasi spesso il male altrui; i quali errori procedono