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Pagina:Leopardi - Operette morali, Gentile, 1918.djvu/105

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DIALOGO DI UN FOLLETTO E DI UNO GNOMO FOL. Oh sei tu qua, figliuolo di Sabazio? Dove si va? GNO. Mio padre m’ha spedito a raccapezzare che diamine si vadano macchinando questi furfanti degli uomini; 5 i perché ne sta con gran sospetto, a causa che da un pezzo in qua non ci danno briga, e in tutto il suo regno non se ne vede uno. Dubita che non gli apparecchino qualche gran l cosa contro, se però non fosse tornato in uso il vendere e | comperare a pecore, non a oro e argento; o se i popoli IO i civili non si contentassero di polizzine per moneta, come r hanno fatto pili volte, o di paternostri di vetro, come fanno i barbari; o se pure non fossero state ravvalorate le leggi di Licurgo, che gli pare il meno credibile. FOL. Voi gli aspettate invan : son tutti morti, 15 diceva la chiusa di una tragedia dove morivano tutti i personaggi. GNO. Che vuoi tu inferire ? 2 AM E UN GNOMO — 3 AMF figlio di Sabasio — 14 AMF il manco 6 perché da un pez(zo) — 7 non ci sturbano [non ci danno che fare] — 8 non gli facciano qualche grande apparecchio — 10 non a danari — 12 hanno già fatto più di una volta — 16 dove tutti gli attori [i personaggi]