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Pagina:Leopardi - Operette morali, Gentile, 1918.djvu/177

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venuto non molto prima nella sua disciplina, prese un giorno a parlare, in questa sentenza. Tu cerchi, o figliuolo, quella gloria che sola, si può dire, di tutte le altre, consente oggi di essere colta da uomini di nascimento privato: cioè quella a cui si viene 5 talora colla sapienza, e cogli studi delle buone dottrine e delle buone lettere. Già primieramente non ignori che questa gloria, con tutto che dai nostri sommi antenati non fosse negletta, fu però tenuta in piccolo conto per comparazione alle altre: e bene hai veduto in quanti luoghi e con quanta IO cura Cicerone, suo caldissimo e felicissimo seguace, si scusi co suoi cittadini del tempo e dell’ opera che egli poneva in procacciarla; ora allegando che gli studi delle lettere e della filosofia non lo rallentavano in modo alcuno alle fac- Icende pubbliche, ora che sforzato dall’ iniquità dei tempi 15 ad astenersi dai negozi maggiori, attendeva in quegli studi l a consumare dignitosamente l’ozio suo; e sempre anteponendo alla gloria de’ suoi scritti quella del suo consolato, I e delle cose fatte da se in beneficio della repubblica. E veramente, se il soggetto principale delle lettere è la 20 ■Vita umana, e il primo intento della filosofia 1’ ordinare le nostre azioni; non è dubbio che l’operare è tanto più ■degno e più nobile del meditare e dello scrivere, quanto \ h più nobile il fine che il mezzo, e quanto le cose e i 3 AMF figlio — 4 AMF esser — M colta — 5 A privato, — 3 A sapienza e— 13 A procacciarla, — 15 AMF dalla — 18 AMF Conflato — 22 A azioni. 1-2 tenne un giorno questo ragionamento. — 3-4 che sola oggidì può occare agli uomini privati, cioè a dir quella che talvolta si raccoglie dalla sapienza e dall esercizio delle buone arti — 8 nostri antenati — 9 fu aondi- neno tenuta da essi — 9-10 a comparazione delle [a lato alle] altre e hai /eduto — 11 scusa — 14 impedivano dalle — 15 dalla necessità — de’ 16 s'ingegnava — 19 bene