Pagina:Leopardi - Operette morali, Gentile, 1918.djvu/328

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ma che monta a voi questo? e forse che quello stesso aggirarvi che voi farete, servirà di argomento per farvi anco andare. Basta, sia quello che si voglia; non ostante ogni malagevolezza e ogni altra considerazione, se voi perseve- 5 rate nel proposito vostro, io proverò di servirvi ; acciocché, se la cosa non mi verrà fatta, voi pensiate eh’ io non he potuto, e non diciate che io sono di poco animo. SOLE. Bene sta, Copernico mio: prova. COP. Ci resterebbe una certa difficoltà solamente. 10 SOLE. Via, qual è? COP. Che io non vorrei, per questo fatto, essere abbruciato vivo, a uso della fenice: perché accadendo questo, io sono sicuro di non avere a risuscitare dalle mie ceneri come fa quell’ uccello, e di non vedere mai più, da quell’ ora 15 innanzi, la faccia della signoria vostra. SOLE. Senti, Copernico: tu sai che un tempo, quando voi altri filosofi non eravate appena nati, dico al tempo che la poesia teneva il campo, io sono stato profeta. Voglio che adesso tu mi lasci profetare per 1’ ultima volta, e che 20 per la memoria di quella mia virtù antica, tu mi presti fede. Ti dico io dunque che forse, dopo te, ad alcuni i quali approveranno quello che tu avrai fatto, potrà essere che tocchi qualche scottatura, o altra cosa simile; ma che tu per conto di questa impresa, a quel eh’ io posso cono- 25 scere, non patirai nulla. E se tu vuoi essere sicura, prendi questo partito; il libro che tu scriverai a questo proposito, dedicarlo al papa 7. In questo modo, ti prometto che né anche hai da perdere il canonicato.