Pagina:Leopardi - Operette morali, Milano 1827.djvu/111

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t » dialogo gen. Sempre che credessero questo, godrebbero in fatti.* Ma narrami tu $e in alcuno istante della tua vita, ti ricordi aver detto con piena sincerità ed opinione: io godo. Ben tutto giorno dicesti e dici sinceramente: io godrò; e parecchie Tolte, ma con sincerità minore: ho goduto. Di j modo che il piacere è sempre o passato o futuro, e non mai presente. tas. Che è quanto dire è sempre nulla. gen. Cosi pare. tas. Anche nei sogni. ^ gen. Propriamente parlando. tas. E tuttavia Y obbietto e 1* intento della vita nostra, non pure essenziale ma unico, è il pia- « cére istesso ; intendendo per piacere la felicità ; che debbe in effetto esser piacere; da qualunque cosa ella abbia a procedere. gen. Certissimo. tas. Laonde la nostra vita, mancando sempre del suo fine, è continuamente imperfetta : e quindi » il vivere è di sua propria natura uno stato violento. I gen. Forse. tas. Io non ci veggo forse. Ma dunque perchè viviamo noi? voglio dire, perchè consentiamo di vivere ? gen. Che so io di questo? Meglio lo saprete voi, che siete uomini. tas. Io per me ti giuro che non lo so. gen. Domandane altri de’più savi, e forse troverai qualcuno che ti risolva questo dubbio. tas. Così farò. Ma certo questa vita che io V \