Pagina:Leopardi - Operette morali, Milano 1827.djvu/15

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6 - STORIA monte die il primo, massime per la differenza del tempo introdotta da Giove nei nascimenti, sicché gli animi freddi e stanchi per la esper^ ìnza delle cose, erano confortai vedendo 1 calore e le speranze della età verde. ' Ma in progresso di tempo tornata a mancare affatto la novità, e risorto e riconfermato :l tedio e la disistima della vita, si ridussero gli uomini in tale abbattimento, che nacque allora, come si crede, il costume riferito nelle storie come praticato da alcuni popoli antichi che lo serbarono ( i ), che nascendo alcuno, si congrc-. avano i parenti e loro amici a piangerlo ; e morendo, era celebrato quel giorno con feste e ragionamenti che si facevano congratulandosi coir estinto. All'ultimo tutti i mortali si volsero alla empfetà, o che paresse loro di non essere ascoltati da Giove, o. essendo propria natura dello miserie indurare e corrompere gli animi eziandio più bennafn, e disamorarli dell’onesto e del retto. Perciocché 5 ingannano a ogni modo coloro i quali stimano esser nata primieramente Finfelic tà umana dalla iniquità e dalle cose commesse contro a^li Dei; ma per lo contrario non d altronde ebbe principi 3 — la malvagità degli uemmi che dalle loro calanuta. Ora poiché fu punita dagli Dei col diluvio di Deucalione la protervia dei mortali e presa vendetta delle ingiurie, i due soli scampati dal nau* fragno universale del nostro genere, Deucalione e Fìrra, affermando seco medes:mi niuna cosa potere maggiormente giovare alla stirpe umana che l’essere al tutto spenta, sedevano in cima a \ é »