Pagina:Leopardi - Operette morali, Milano 1827.djvu/14

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DEL GENjìRU UMANO. 5 e contemperò più diversamente che per o addietro i colori del cielo e delle campagne, con use le generazioni degli uomini in guisa che la vecchiezza degli uni concorresse in un medesimo tempo coll’ altrui giovanezza e puerizia. E risolutosi di moltiplicare le apparenze di quello infinito che gli uomini sommamente desideravano ^dapv>oi che egli non 1* poteva compiacere deT*a sostanza), e volendo favorire e pascere le costoro immaginazioni, dalla virtù delle quali principalmente comprendeva essere proceduta quella tanta beatitudine della loro fanc ullezza; perciò fra i molti e vari espedi siiti che pose in opera (siccome fu quello del mare), creato l’eco, lo nascose nelle valli e nelle sp ìlonche, e mise nelle selve * n uno streoito sordo e profondo, con un vasto on- deg iamento delle loro cime. Creò similmente il popolo de* sogni, o commise loro che ingannando sotto più forme il pensiero de{“Li uomini , figurassero loro quella pienezza di non intelligibile felicità, che egli non vedeva modo a ridurre in atto, e qnelle immagini perplesse e indeterminate, delle quali esso medesimo , se bene avrebbe voluto fario, e gli uomir 1 lo sospiravano ardentemente, non poteva produrre alcuno esempio reale. * Fu per questi provvedimenti di Giove ricreato ed eretto Y animo degli uomini , e r 'ntegrata in ciascuno di loro la grazia e la carità della vita, non altrimenti che la opinione, il diletto e lo stupore della bellezza e della immensità delle core terrene. E durò questo buono stalo più lunga- /