Pagina:Leopardi - Operette morali, Milano 1827.djvu/158

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O VCIIG DELLA GLOBI A. mutarla. Ma cerio non potrebbe fare di non crederlo e di non avvedersene, ogn: volta eh* cgjì al> tracciasse subitamente una sentenza molto aliena da quelle tennte or ora. Per taatc, niuna verità cosi fatta, salvo ebe non cada «otto ai sensi 3 sarà mai creduta comunemente dai contemporanei del primo che la conobbe. •; : * '* • 1 CAPITOLO NONO « • i • • • Face-amo che luperato ogni .ostacolo, aiutato il valore dalla fortuna, . abbi conseguilo in fatti, non pur celebrità , ma gloria, e non dopo morte ma m vita. Veggiamo che frutto ne ritrarrai. Pk-^' Bramente quel desider a degli uomin di vederti e conoscerti di persona, quell* essere mostrato a dito, quell*onore e quella riverenza significata dai presenti cogl att e colle parole,' nelle qual-, cose consiste la massima utilità d; questa gloria che nasce da li scritt? , parrebbe che più facilmente ti dovessero intervenire nelle città* pìccole, che nelle grandi ; » dove >5i occhi e gli ?nir£ii sono' distratti e rapi», parte dalla potenza, parte dalla ricchezza, in ulti no dalle arti che servono all intrattenimento e alta giocondità della vita inutil j. . Ma come le città piccole m&nc&uo per lo più di mezzi e sussidi onde altri ven [a alla eccellenza nelle lettere e nelle dottrine; e come tutto il raro e ;i pregevole concorre * e si aduna nelle città grandi; perciò le pi ;coie; d rado /