Pagina:Leopardi - Operette morali, Milano 1827.djvu/159

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l5o .*1 L PARINI abitate dai dotti, e prive ordinariamente di buoni studi j sogliono tenere tanto basso conto 5 non solo della dottrina e della sapienza , ma della stessa fama che alcuno si ha procacciata con questi mezzi; che lune e l’altre in quei luoghi, non sono pur materia d’invidia. E se per caso qualche persona riguardevole o anche straordinaria d* ingegno e di studi, si trova abitare in luogo piccolo ; T esservi ■ al tutto unica, [non tanto non le accresce pregio, ma le nuoce in modo, che spesse volte 9 quando anche famosa al di fuori, ella è, nella consuetudine di quegli uomini, la più negletta e oscura persona del luogo. Come là dove V oro <o r argento fossero ignoti e senza pregio, chiunque essendo privo di ogni altro avere, abbondasse di questi metalli, non sarebbe più riooo degli altri, anzi poverissimo , e per tale avuto; così là dove F ingegno e la dottrina non si conoscono, e non conosciute non &i apprezzano, quivi se pur vi’ha qualcuno che ne abbondi, ei non ha facoltà di soprastare agli altri, e quando non abbia altri beni, è tenuto a vile. E tanto egli è lungi da potere essere onorato in simili luoghi, che bene spesso egli ^i è riputato maggiore che non è in fatti, nè perciò tenuto in alcuna stima. Al tempo chej giovanetto, io mi riduceva talvolta nel mio piccolo Bosisio; conosciutosi per la Terra eh’ io-so* leva attendere agli studi, e mi esercitava alcun poco nello scrivere ; i terrazzani mi riputavano poeta, filosofo, fisico, matematico, medico, legista , teologo, e perito di tutte le lingue del man*