Pagina:Leopardi - Operette morali, Milano 1827.djvu/183

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fI*74 DETTI MEMORABILI Nel qual proposito diceva, che k mass ma singolari^ . che oggi s possa trovare o nei costumi, o negl’istituti, o ilei fatti <3- qualunque perso uà civile ; paragonata a quella degli uomini che appresso agli ant ini furono stimati si nj olarì, non solo è di altro genere, ma tanto meno diversa che non fu quella, dall’uso ordinario dei contemporanei, che quantunque paia grandissima ai presenti, sarebbe riuscita agli antichi o menoma o nulla, eziandio nei tempi e nei popoli che furono anticamente p u inciviliti o più corrótti. È misurando la singolarità di G'an Giacomo Rousseau, che parve singolarissimo ai nostri avi, con quella di Democrito e dei primi filosofi cinic , sog fungeva, che oggi eh:uu- que vrvesse tanto diversamente da noi quanto vis- - sere quei filosofi dai Grec del loro tempo, non sarebbe avuto per uomo singolare, ma nella opinione pubblica, sarebbe escluso, per dir così, dalla specie umana. E giudicava che dalla misura assoluta della singolarità possibile a trovarsi nelle persone di un luogo o di un tempo qualsivoglia, s: possa conoscere la misura della civiltà degli uomini del medesimo luogo o tempo. Nella v ta, quantunque temperai ssimo, si professava epicureo, forse p er ischerzo più che da senno. Ma condannava Ejj curo ; dicendo che ai tempi e nella'1 nazione di colur, molto maggior- di- ,etto si poteva trarre dagli studi della virtù e della gl >ria, che dall’ozio, dalla ne ligenza, e dall’uso delle voluttà del coirpoj nelle quali -ose quegli riponeva il sommo bene degli uomini* Ed affer-