Pagina:Leopardi - Operette morali, Milano 1827.djvu/186

Da Wikisource.

DI FILIPPO OTTONlERI. 1^7 e rimossa dalla bpecnlazi >ne delle cose occulte, nella <juale era stata occupaia ;nsino a quel tem >o fu rivolta a considerare i costumi é > la vita desìi © uomini, e a disputare delle virtù e dei Viti, delle cose buone ed utili* e delle contrarie. Ma Socrate da principio ‘non ebbe in animo di far questa in- novaz:one, nè d’insf^nar che che.sii, nè di con* ir re il nome di filosofo; che a quei tem.j* era proprio dei soli fis^i o metafìsici; onde e "i p »r quelle sue tasi discussioni e quei tali : colloqui non lo poteva sperare: anzi professò apertamente dj non saper cosa alcuna ; *e non si propose altro eh© d’intratteners favellando de casi altrui; preferito questo passatempo alla filosofia stessa, niente meno che a qualunque altra se 3nza ed a qualunque arte, perchè inclinando naturalmente allei azioni molto più che alle speculazioni, non si volgeva al d scorrere, se non per le difficoltà che gl’!impedivano l’operate. E nei discorsi, sempre pi eserc io colle persone giovani e belle più volen'ieri che co 'li altri; quasi ingannando.* il desiderio, e compiacendosi di essere stimato da coloro da cui- molto maggiormente avrebbe voluto essere amato. E perciocché tutte le scuole' le^ filosofi greci nate da

  • indi in poi, der varono in qualche modo dalla socratica, concludeva FOUonieri, che l’origine di

quasi tutta la filosofia greca, dalla quale nacque la moderna, fu 1 naso rincagnato, e il viso da satiro, di un uomo eccellente d’ingegno n ardentissimo di cuore. Ancha droeva, che ne: libri dei So- crat ci, la persona di Socrate è s mile a quella