Pagina:Leopardi - Operette morali, Milano 1827.djvu/217

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3 dialogò col. Parlando schiettamente, e come si può con persona amica e secreta, confesso die sono entrato un poco in forse: tanto più che nel viaggio parecchi sogni che mi avevano dato speranza grande, mi sono riusciti vani; come fu quel degli uccelli che ci passarono sopra, venendo da ponente, pochi dV poi che fummo partiti da Gomera, e che io stimai fossero indizio di terra poco lontana. Similmente, ho veduto di g-orno in giorno che T effetto non ha corrisposto a più di una congettura e più di un pronostico fatto da me innanzi che ci ponessimo in mare, circa a diverse cose che ci sarebbero occorse, credeva io, nel viaggio. Però vengo discorrendo, che come questi pronostici mi hanno ingannato, con tutto che mi paressero quasi certi; così potrebbe essere che mi riuscisse anche vana la con vettura principale, cioè dell avere a trovar terra di là dall’ Oceano. ene è vero che ella ha fondamenti tali, ohe se pure è AZsa, mi

  1. parrebbe da un canto che non si potesse aver

fede a nessun giudizio umano, eccetto che esso non consista del tutto in cose ohe si veggano presentemente e si tocchino. Ma da altro canto, considera che fa pratica si d scorda spesso, anzi il più delie volte, dalla speculazione: e anche dico fra me: che puoi tu sapere che ciascnna parte 1el mondo si rassomigli alle altrd iu modo, che essendo V emisfero d* oriente occupato parte dalla terra e parte dall’acqua, séguiti che anche l’occidentale debba ejjsere diviso tra questa e quella ? che puoi sapere che non sia tutto occupato da uu