Pagina:Leopardi - Operette morali, Milano 1827.djvu/219

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mi contenti. Non dico per tutlo questo, che si abbia a prestare orecchio alle favole degli antichi circa alle maraviglie del mondo sconosciuto, e di questo Oceano ; come, per esempio, alla ivola dei paeà narrati da Annone (4^) ? c^e notte erano ùeni di fiamme y o dei torrenti d fuoco che di là sboccavano nel mare: anzi vergiamo quanto jgieno stati vani fin qui tutti i timori di miracoli e di novità spaventevoli, avut: dì Ila nostra gerite in questo viaggio ; come quando, al redeie quella quantità d alghe, che pareva facessero della marina quasi un prato, e c’ impedivano alquanto V an- dare nnanzi, pensarono essere in sugli ultimi confici del mar navigabile» Ma voglio solamente inferire, rispondendo alla tua riebi jsta, che quantunque lft mia congettura sia fondata in ar-omenti probabilissimi, non solo a giudizio irrio, ma di molti j eografi, astronomi e navi ;atori eccellenti, coi quali ne ho conferito, come sai, neha Spagna, nella Italia e nel Portogallo} nondimeno potrebbe succedere che fallasse : perché, torno a dire veg- giamo che molte conclusioni cavate da ottimi discorsi, non reggono alla esperienza; e questo interviene più che mai, quando elle appartengono a cose intorno a fio quali si ha pochissimo lume. gut. Di modo che tu, in sostanza, hai posto la tua vita, e quella de tuoi compagni, in sul fondamento di una semplice opinione speculativa. col. Cos'l è: non posso negare. Ma, lasciando da parte che gli uomini tutto giorno si mettono a pericolo de1 la vita con fondamenti più deboli v