Pagina:Leopardi - Operette morali, Milano 1827.djvu/233

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I t fta 4 ELOGIO quale si è lan^hissima fonte di pensieri ameni © lieti, di errori'dolci, di vari diletti e conforti; e il maggiore e più fruttuoso dono di cpii la natura sia*cortese ad anime vive. Di modo che gli uccelli hanno di questa facoltà, in copia grande, ’J buono, e l’utile alla giocondità dell’animo, senza però partecipare del nocivo e penoso. E s ccome abbondano della vjta estr ifseca, parimente sono ricchi della interiore: ma in guisa, che tale abbondanza r-sulta in loro benefìzio e diletto, come nei fanciulli; non in danne e miseria insigne, come per Io più negli uomini. Perocché nei modo clw l'uccello quanto alla vispezza e alla mobilità di fuori, ha col fanciullo una manifesta si t ìiitudine; così nelle qualità dell’aiimo dentro, ra -;ionevolmente è da credere che lo somigli. I beni della quale età se -fossero comuni alle altre, e i mali non maggiori in queste che in quella; forse l’uomo avrebbe cagione di portare la vita pazientemente. A parer mio, la natura degli uccelli, se noi la consideriamo in certi modi, avanza di perfezione quelle degli altri animali. Per maniera di esempio, se consideriamo che l’uccello vince di gran lunga tutti gli altri nella facoltà del vedere e dell’udire, che secondo l’ordine naturale appartenente al genere delle creature animate, sono i sentimenti pr ncipali ; in questo modo séjuita che la natura dell uccello sia cosa più perfetta che reno le altre nature di detto tenere. Ancora, es- serido gli altri animali, come è scritto di sopra, inclinati naturalmente alla quiete, e gli uccelli al