Pagina:Leopardi - Operette morali, Milano 1827.djvu/27

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I l8 # - STORIA mandò tra gli uomini la Verità, © diedcle appo loro perpetua stanza e signoria. Di che seguitarono tutti quei luttuosi effetti ohe egli avea preveduto. E intervenne cosa d gran maraviglia; che ove quel gemo prima della sua discesa, quando egli non avea potere nè ragione alcuna negli uomini, era stato da essi onorato con un grandissimo numero di templi e di sacrifici; pra venuto in sulla terra con autorità di principe, e cominciato a conoscere di presenza, al contrario di tutti gli altri immortali, che più chiaramente manifestandosi, appaiono più venerandi, contristò di modo le menti de] li uomini e percossele di così fatto orrore, che eglino, se bene si orzati di ubbie) rio, ricusarono di adorarlo. E in vece che quelle larve *n qualunque animo avessero jnaggiormente usala la loro forza, solevano essere da quello più riverite ed amate ; esso genio riportò più fiere maledizioni e più grave odio da coloro in che egli ottenne maggiore imperio. Ma non potendo perciò nè sottrarsi, nè ripugnare alla sua tirannide, vivevano i mortali in quella suprema miseria che eg: no sostengono insino a ora, e sempre sosterranno. Se noia che la pietà, la quale negli animi dei celesti non è mai spenta, commosse, non è gran tempo, la volontà di Giove sopra tanta infelicità; e massime sopra quella di alcuni uomini singolari per finezza d* intelletto, congiunta a nobiltà di costumi e integrità di vita; i quali egli vedeva essere comunemente oppressi ed afflitti più che veruno altro, dalla potenza e dalla dura dominaI i