Pagina:Leopardi - Operette morali, Milano 1827.djvu/42

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pere » \ E I>EtXÀ MORTE. 331 mie che ti fanno molto profitto. Ma elle sono baie per comparazione a queste che io ti to’dire. A poco per volta, ma il più in questi ultimi tem pi, io per favorirti ho mandato in disuso e in dimenticanza le fatiche e gli esercizi che giovano al ben essere corporale, e introdottone o recato in pregio innumerabili che abbattono il ccrpo in mille mod’ e scorciano la vita. Olire di c[ttesto*ho messo nel mondo tali ordini e tali costumi, ehe la vita stessa, cos per rispetto del corpo come dell* ani- mo, è più morta- che viva; tanto che questo secolo si può dire con verità che sia proprio il secolo della morie. E quando* che anticamente tu non avevi altri poderi che fòsse e caverne, dove tu seminavi ossami e polverumi al buio, che sono semenze che non fruttano; adesso hai terreni 'al sole; e genti che si muovono e che vanno*attorno^ co* loro p ^di, sono roba, si può dire, di tua* ra« one liberax ancorché tu non le abbi mietute, anzi subito che elle nascono. Di più, dove per F addietro solevi essere odiata* e vituperata, oggi per opera mia' le cose sono ridotte in termino* che chiunque ha intelletto ti preg a e loda, anteponendoti alla vita, e ti vuol tanto bene ehe senw >re ti chiama e ti volge gli occhi come alla sua maggiore speranza. Finalmente perch’ io vedeva che molti si erano vantai di volersi fare mmor- • _ tali, cioè non mor re interf, perchè una buona parte di se non ti sarebbe capitata sotto le mani, io quantunque sapessi che queste' erano ciance, é ohe quando costoro o altri vivessero nella.memo- - * CUbì » » I