Pagina:Leopardi - Operette morali, Milano 1827.djvu/52

Da Wikisource.

I DI UN LETTORE ec. 1^6 che non lo venda a buon mercato. La terzi è la gloria, che piacerebbe a molti, se la potessero acquistare «enza fatica e senza scomodo, ma non potendo, ciascuno si contenta di lasciarla sfare. La quarta è la libertà, della quale non si ha da far conto. L’ultima è la patria, e questa non si troverebbe più al mondo, se non fosse nel vocabolario. In somma la cosa che tu metti per ultima , non solo non è maggiore di tutte Y altre, ma già da un gran pezzo non è più cosa ; Y altre importano ciascheduna pili della susseguente ; e la prima è tale che gli uomini per ottenerla sono pronti a dare in ogni occasione la patria, la libertà, la gloria, l’onore, che sono quegli altri tuoi beni ; e darli tutti in un fascio ; e farci la giunta se occorre. Oh vedi se questo era noDie da rimpiattarlo in un cantuccio della clausola come ti fossi vergognato di scriverlo. Veramente se Catilina adoperò questa figura al rovescio corno tu la reciti, io non mi maraviglio che ei non movesse gli uditori, e ben gli stette che si por* tarono male e perdettero la giornata. «al. Forse io potrei rispondere che dal mio tempo a colesto ci corre qualche divario d opinioni e di costumi circa quel che tu dici. Ma in ogni modo il tuo discorso mi capacita, e però scancella questo passo e tornalo a scriverò così come io ti detto. let. Dì pure. ' SAL. Et qiiìim proelium inibitis memineritis vos gloriarti, dncus , divitias , pratterea spccLacida , 44 dialogo di vts lettobe ec.