Pagina:Leopardi - Paralipomeni della Batracomiomachia, Laterza, 1921.djvu/132

Da Wikisource.
122 ii . paralipomeni della batracomiomachia

12
     quando da un poggio il topo rimirando,
non molto avanti in giú nella pianura,
vide quel che sebbene iva cercando,
voluto avria che fosse ancor futura
la vista sua, ch’or tutto l’altro in bando
parve porre dal cor che la paura,
non sol per sé, ma parte e maggiormente
perché pria del creduto era presente.
13
     Vide il campo de’ granchi il qual, fugate
ch’ebbe de’ topi le vincenti schiere,
ver’ Topaia lá dove indirizzate
s’eran le fuggitive al suo parere,
deliberossi, andando a gran giornate,
dietro quelle condurre armi e bandiere;
e seguitando lor, men d’una notte
distava ond’esse il corso avea condotte.
14
     Tremava il conte, e giá voltato il dosso
aveano i servi alla terribil vista;
e muro non avria, non vallo o fosso
tenuto quella gente ignava e trista;
ma il conte, sempre all’onor proprio mosso,
come fortezza per pudor s’acquista,
fatto core egli pria, sopra si spinse
gridando ai servi, ed a tornar gli strinse.
15
     E visto verdeggiar poco lontano
un uliveto, entrâr subito in quello;
e del verde perpetuo, con mano
o con la bocca còlto un ramicello,
e sceso ciaschedun con esso al piano,
sentendo un gelo andar per ogni vello,
e digrignando per paura i denti,
vennero agl’inimici alloggiamenti.