Pagina:Leopardi - Paralipomeni della Batracomiomachia, Laterza, 1921.djvu/133

Da Wikisource.

canto secondo 123

16
     Non se n’erano appena i granchi accorti,
quando fûr loro addosso, e con gli ulivi
stessi, senza guardar dritti né torti
voleangli ad ogni patto ingoiar vivi,
o gli avrian per lo men subito morti,
se in difesa de’ miseri e cattivi
non giungeva il parlar, che con eterna
possanza il mondo a suo piacer governa.
17
     Perché, quantunque barbaro e selvaggio
de’ granchi il favellar, non fu celato
al conte, ch’oltre al far piú d’un viaggio,
sendo per diplomatico educato,
com’or si dice, aveva ogni linguaggio
per istudio e per pratica imparato,
e i dialetti ancor di tutti quanti,
tal ch’era nelle lingue un Mezzofanti.
18
     Dunque con parolette e con ragioni
a molcer cominciò que’ ferrei petti,
che da compagni mai né da padroni
appresi non avean sí dolci detti,
né sapean ch’altra gente i propri suoni
parlar potesse de’ lor patrii tetti,
e si pensâro andar sotto l’arnese
di topo un granchiolin del lor paese.
19
     Per questo, e per veder che radicati
Leccafondi sul naso avea gli occhiali,
arme che in guerra mai non fûro usati
né gli uomini portar né gli animali,
propria insegna ed onor di letterati
essendo da principio, onde ai mortali
piú d’iride o d’oliva o d’altro segno
di pace e sicurtá son certo pegno,