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V

EPIGRAMMI

(1812)


Omne epigramma sit instrar apis; sit aculeus illi,
sint sua mella, et sit corporis exigui


DISCORSO PRELIMINARE SOPRA L'EPIGRAMMA


Epigramma vien definito da M. Lacombe «un poemetto, che terminasi d'ordinario con un pensier vivo, vibrato e inaspettato. Possonsi distinguere — segue egli — due generi d'epigrammi. Il primo raggirasi intorno dizioni unite o contrarie infra loro: la seconda specie consiste nel giro de' pensieri. Di questi pensieri d'epigrammi altri son vivi e sorprendono, altri son puramente natii e dilettano colla loro sola semplicità». L'arguzia ed il sale dell'epigramma formano la sua dote principale. Lo stile vibrato e racchiuso in un breve giro di parole è quello che lo caratterizza. Secondo Boileau,

L'èpigramme plus libre en son tour plus borné
n'est souvent qu'un bon mot de deux rimes orué.

Infatti i bons-mots de' francesi sogliono formar l'anima degli epigrammi. Senza questi egli non è, d'ordinario, che un languido e freddo giro di parole privo di ogni venustà e d'ogni lepore. La