Pagina:Lettera di Sacerdote Sanese (Anonimo).djvu/5

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Si conobbe da tutti, che ciò fu una Grazia impetrataci dall’Amore di MARIA, mentre in tal guisa ci liberò dalla fame minacciata dalla stravaganza delle Stagioni, la quale non poteva riuscire, che orribilissima, attesa la carestìa, che si provava allora di tutti i viveri.

E Grazia niente minore fu quella di provvedere, impensatamente all’angustie, ed afflizioni, che opprimevano egualmente e la Città, e lo Stato con disporre talmente con alta, ed adorabilissima Provvidenza l’ordine, e le circostanze della cosa, in maniera tale, che, quando meno ce l’aspettavàmo, si sentì destinata dal Gran Duca nostro Signore l’Altezza Reale della Serenissima Violante Beatrice Gran Principessa di Toscana al governo di questa Città, e Stato; e benchè i primi rapporti delle lettere di Firenze, che ci capitarono il dì 15. Ottobre 1716. fussero tutti uniformi, tuttavia si credeva a stento, e con timore nuova così felice; allora poi, che cominciò ad accreditarla la Fama universale, pose nella Città, e Stato una interna commozione di gioja, confessando tutti esser ciò frutto di MARIA. Corsero tutti a ringraziarla umilmente, e perchè s’unissero i privati co’ publici ringraziamenti, la pietà del Sig. Cavaliere Alcibiade Lucarini de’ Bellanti Rettore della Santissima Vergine a Provenzano fece cantare in detta Chiesa con solenne musica un solennissimo Te Deum con Trombe, Tamburi, e sparo di mortaletti, donando a tutti i Poveri una generosa limosina il dì 18. Gennajo di quest’Anno, inalzando nell’Arco, che sostiene la gran Cupola di detta Chiesa l’Arma gentilizia della Serenissima Governatrice inquartata colla Reale di Toscana; e vi concorse la Città tutta, giacchè non da altri, che da MARIA, deriva il bene, che si tramanda da Dio alla Città della Vergine.

 
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