Pagina:Lettere (Andreini).djvu/151

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LETTERE

vostra innocenza pregovi, che vogliate favorirmi di venir questa sera alla solita hora, & al solito luogo dove spero di rimaner in tutto consolata, e fuor di sospetto.


Della Lontananza.


I

O vò considerando (se voi huomo ingrato foste ad altro che à voi medesimo somigliante) ch’io potrei sperar col tempo, se non in tutto, almen in parte, ricompensa della mia lunga servitù. Se voi foste à guisa d’un terreno arido, potrei sperare, per mezo della mia assidua fatica d’haver alcun frutto da voi, poiche non v’hà campo così incolto, e così selvaggio, che studiosamente coltivato, non renda frutto al suo possessore. Se voi foste ad una fredda selce conforme, potrei credere, che le percosse, delle mie preghiere facessero scintillar da voi alcuna favilla di pietà, se non d’amore. Se voi foste come un’Orso rabbioso, con humiltà non finta, inchinandomi à vostri piedi, porterei opinione di vincer l’orgoglio vostro. Se voi foste à guisa d’un Leone indomito, io non sarei fuor di speranza, per mezo dell’accarezzarvi, e del cibarvi di rendervi mansueto, & humile. Se voi foste un freddo ghiaccio, vorrei tener, per cosa certa di mitigar la freddezza vostra, col mezo dell’amoroso mio fuoco. Se voi foste, come una quercia annosa, havrei fede con l’impeto de’ miei sospiri, di svellermi dalle tenacissime radici della vostra


crudel-