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D’ISABELLA ANDREINI. 79

po così breve, con tanto ardore. Splende poco il baleno, perche ’l suo lume non è altro che un’impeto. Apporta gran danno il fulmine, perche impetuosamente scende dall’aria, i Rivi perche la più parte del Tempo son secchi, & aridi, quando per lunga pioggia, o per liquefatte nevi torbidi, e strepitosi, vengono, col rapido corso loro gettano à terra le piante, allaggano i campi, disfanno le capanne, sommergono, le greggie, e gli armenti, e fanno infiniti altri mali, e questa loro violenza appena dura lo spatio d’un giorno. Quando ’l Sole è di soverchio caldo, è chiaro inditio di pioggia. Quelle pioggie, che nell’estate à gocciole grandi, e spesse cadono in terra si sà chiaramente, che durano brevissimo spatio d’hora. Ogniuno sà quanto sia grande l’àrder delle stoppie, e quanto s’alzi la repente lor fiamma; ma quant’è più grande tant’e più breve. I Cieli stessi da i quali son governate tutte le cose humane, e da loro pigliano qualità, quanto più son violenti nel corso loro tanto men di tempo durano. Il primo mobile perch’è più veloce de gli altri, nel suo rivolgimento, dura ancor men de gli altri, poiche nello spatio di ventiquatt’hore finisce il suo giro da Levante in Ponente. Dura poco per l’aria lo strale, perche troppo furiosamente si parte dall’arco. I tormenti bellici durano similmente poco nel lor’ardere, e nel lor rimbombare per la lor furiosa possanza; e per conchiudere, i terremoti, i tuoni, e tutte le cose impetuose son brevi. Dee dunque ogni huomo giuditioso in amore, anzi attristarsi, che nò, quando si vede amato di


sovver-