Pagina:Lettere (Andreini).djvu/185

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LETTERE

le mie dolcezze, e con l’amaro de’ vostri sospetti, le mi turbate? pacienza. Quanto mi vien da voi, m’è forza ricever in pace. Spero di dirvi meglio le mie ragioni, in voce, che in iscrittura; e perche sogliono haver maggior forza le vive, che le morte parole, riserbo di dirvi à bocca molt’altre cose, e particolarmente, risponder ad alcun argomento, che per travagliarmi, più per acutezza, che per verità potreste cavare da questa mia lettera. Vi prevengo, e vi protesto, che quallhora di me dubiterete, grandemente m’offenderete. Conservatemi vostro, e siate certa, ch’io v’amo tanto, che non sò ben dirvi, s’io v’amo, o s’io v’adoro, e perche si suol dir communemente, ch’egli, è facile à creder quello, che si desidera, ogni volta che non crederete, ch’io v’ami, mi farete creder che non lo desiderate. Vi bacio le mani, & aspetto l’hora di parlarvi.


Dono Amoroso.


P

OICHE m’è tolto di potervi parlare, (Signora mia) persuaso dal dolore, hò preso ardire di scrivervi questa lettera, nellaquale, con l’immenso del vostro giuditio potrete considerar l’infinito de’ miei dispiaceri, iquali mi tormentano sì, che molte volte mi traggono di sentimento, & hor’accompagnati dal timore della mia indegnità, m’agitan di maniera, che ben-


ch’io