Pagina:Lettere (Andreini).djvu/253

Da Wikisource.

LETTERE

noia, che sia possibile l’amara nostra divisione. Ma perche à scriver de’ miei piaceri non basterebbono mille fogli, non sarò più lungo, solamente vi pregherò, che vogliate farmi gratia di ritrovarvi al convito delle nozze vicine del Signor N. e della Signora N. che quivi mi sarà data occasione di servirvi, essend’io, come sapete parente dello sposo. Quivi com’è solito nostro, guardandoci accortamente ci faremo l’un l’altro sapere i riposti segreti dell’animo, ridendo in noi medesimi di coloro, che non potran conoscer, benche presenti, quello che passarà tra noi, essendo tanto celato il nostro amore, che ’l Cielo appena lo sà. Vivete lieta, e conservatemi vostro, e siate certa, che quanto voi siete bella, e gratiosa, tant’io sarò circospetto, e segreto, quanto voi cortese, e pietosa, tant’io avveduto, e coperto, e quanto voi benigna, e piena d’humanità, tant’io sarò colmo di fede, e di fermezza, e baciandovi le bellissime mani, alla vostra buona gratia, mi raccomando.


Simili.


I

O per me non posso imaginarmi qual falso bene, quale strana vaghezza, o qual mio fallo m’habbia indotta ad amarvi. Ohime, che hora conosco per chiara, e manifesta prova, che qual da voi riman presa d’altro non si fa herede che d’amara penitenza. Voi con


le