Pagina:Lettere (Andreini).djvu/287

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LETTERE

gombra? e qual insano pensiero mi fa così muover la penna? io tratto di scior i nodi pur troppo stretti, e pur troppo cari di quelle chiome? io credo d’estinguer le sempre vive fiamme, e di fuggir le giuste, e possenti leggi di quegli occhi vincitori, come se ’l mio volere fosse ancor mio? nò, nò. L’amor ch’io vi porto non può esser vinto nè dal Tempo, nè dalla Ragione, quando però i’ potessi per alcuna occorrenza, o vera, o finta haver ragion di non amarvi. La Morte sola à cui cedono tutti i desiri, porta in mano le chiavi della mia grata prigione. Dirò dunque Addio à te solo Addio pieno di troppo ardire, e d’inconsiderata audacia. Addio ingiusti, e leggieri disegni, Addio parole insensate, à cui per giusta punitione si dovrebbe una lunga avversità, se l’eccesso d’amore non havesse cagionato il difetto del vostro dire.


Scherzi d’honesto amore.


B

Ellissima Donna. Poiche voi potete vedermi uscir di seno mille sospiri di fuoco senza sospirare, e senza temprar la freddezza del vostro ghiaccio, posso ben con ragione chiamarvi una delle più dure, e delle più fredde pietre, che mai uscisse delle mani di Pirra, è possibile, che la vostra beltà mirabile, voglia più tosto pregiar il titolo di rigorosa che di pietosa? Non vi accorgete, che la vostra crudeltà mi toglie la speranza? e che privo


della