Pagina:Lettere (Andreini).djvu/55

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LETTERE

la troppo amante, e poco aveduta Medea? e pur alla fine, poco ricordevole de’ suoi giovevoli incanti, d’haverla fatta micidiale del fratello, e d’haverla renduta madre di doppia prole, per l’amor novello di Creusa, la ripudiò. Chi poteva con più heroica, e con più magnanima facondia narrar gli infelici avvenimenti di Fortuna, e con modo, in un’altero, & humile, chieder soccorso di quello, che fece assai più crudel, che pietoso Enea, all’infelice Regina, della novella Cartagine, il quale dopò essere stato pietosamente accolto dentro al Porto, dentro alla Cittate, dentro al Regno, dentro al letto, e dentro all’anima di lei, fece poi quel bell’atto di gratitudine, che si sà. Misera Didone, che fattasi moglie d’un bugiardo peregrin di Troia, avanzato alle fiamme, al ferro, & al sangue: ristorati gli incavati legni, fu pagata d’un’ingratissima fuga, & un tal huomo haverà il nome di pio? lascio tanti, e tant’altri, colpa di cui ancor sospirano, & ancor piangono le carte, per li quali essempi si può chiaramente conoscere, che Amor, e Pietate il più delle volte ingannano, chi troppo crede. Le Donne giuditiose, non altramente hanno da fuggir gli huomini di quello, che i Naviganti si facciano il canto micidial delle Sirene: cessate dunque di molestarmi. Benche si dica, ch’è molto meglio peccar in troppa mansuetudine, che ’n troppa crudeltà, io nondimeno in questo particolare son di contrario parere; e vi giuro, che s’i’ non havessi più riguardo à un certo che, e basta, che à quello, che voi meritate: forse, forse non mi sareste così molesto.


Può