Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
LETTERE |
Scherzi d’honesto amore.
E Donne giuditiose in amore, al parer mio son tenute à non mostrarsi à i loro amanti sempre cortesi: ma bisogna, che tallhora si scuoprano sdegnose, e tallhora dolcemente irate, perche sì come quella mensa à cui s’aggiungono continuamente vivande in vece di destar l’appetito ne i convitati, senza cibargli li satia, così le parolette sempre dolci, e sempre cortesi, gli occhi sempre amorosi, e sempre ridenti, i vezzi, le lusinghe, e le accoglienze ogn’hora pronte, in vece di nudrir l’anima innamorata, l’uccidono per sovverchio piacere, overo termina in lei con satietà l’amore, essendoche, niun’altra cosa e ’l fine d’amore, che la satietà; dunque una donna amata, dee anzi mostrarsi avara, che liberale delle sue gratie, intraponendo nelle dolcezze alcun’amaro, come suol far ancora l’istesso Amore, il quale non per altro, vien da gli huomini prudenti chiamato dolce amaro, se non perche ogni dolce è dal suo amaro condito, come ogni amaro è dal suo dolce temprato. Hora s’io seguo Amore, perche non debbo governarmi col suo essempio? Non gode perfettamente del bene, chi non ha prima provato il male.
Non conosce la pace, e non la stima,
Chi provato la guerra non ha prima.
Non vi paia dunque strano Signor mio, s’io vi sono di-
mostrata |