Pagina:Lettere - Santa Caterina, 1922.djvu/18

Da Wikisource.

Lettere di Santa Caterina 11


con desiderio di vederti bagnata e annegata nel prezioso sangue del Figliuolo di Dio. Considerando me, che nella memoria del sangue si trova il fuoco dell’ardentissima carità, nella carità non cade tristizia ne confusione: e però io voglio che l’affetto tuo sia posto nel sangue. Ine t’inebria e ardi e consuma ogni amore proprio che fusse in te: sicché col fuoco d’esso amore spenga il fuoco del timore e amor proprio di te.

Perchè si trova il fuoco nel sangue? perchè il sangue fu sparto con ardentissimo fuoco d’amore. O glorioso e prezioso sangue, tu se’ fatto a noi bagno, e unguento posto sopra le ferite nostre. Yeram^ente,

figliuola mia, egli è bagno; che nel bagno tu trovi il caldo e l’acqua, e il luogo dove egli sta1. ^ Così ti dico che in questo glorioso bagno tu ci trovi il caldo della divina carità, che per amore l’ha dato; trovi il luogo, cioè Dio eterno, dove è il VerbO; ed era2 nel principio; trovi l’acqua nel sangue, cioè che del sangue esce l’acqua della Grazia: ed evvi il muro che vela l’occhio3. O inesti-

  1. Paragona il luogo che contiene l’acqua e il calore salutare di lei, all’essenza divina della quale è il verbo redentore. Dante: «Non circoscritto, e tutto circoscrive *.
  2. Giovanni: «In principio erat Verbum, et Verbum erat apud Deum». Qui apud adombra unione intima essenziale. Il luogo del bagno e l’acqua e il suo calore fanno una cosa: e così, dice Caterina, la potenza e la sapienza redentrice e l’amore. Se non e’ è tutta l’aggiustatezza (e ce n’è più di quel che paia, quanto è possibile a imagini umane), certo ci è novità.
  3. Pare ohe intenda, tra Dio e l’intelletto dell’uomo frapporsi il limite dell’umanità; ma questo limite in grazia della redenzione farsi mezzo. L’immagine ha un senso alto; e, anco letterariamente è meno strana che in Dante: «Gli occhi che quinci e quindi avén parete Dio non caler»