Pagina:Lettere autografe Colombo.djvu/149

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di cristoforo colombo 125

popolo ricoglievano ogni dì quando lui voleva oro; e che un uomo solo in giorni dieci ricoglieva una mazzata di oro. Gli Indii suoi famigli testimoni di questo menai con mi dentro di questo popolo, dove le barche aggiongono. Tornò mio fratello con questa gente, e tutti con oro, che avevano ricolto in spazio di ore quattro; che non tardarono più. La quantità è grande, avuto rispetto che nissuno di costoro mai aveva viste minere, e il più di loro per avventura mai vedette oro, perchè la più parte di loro era gente di mare, e quasi tutti grimetti. Io aveva grande apparecchio e ordine per edificare, e molte vittualie: feci mio assento, e con mia gente, e edificai certe case di legnami, e presentai di molte cose il Quibian, cioè il Signore. Io ben vedeva e giudicava che non era nostra concordia per durar molto: loro erano molto rustici, nostra gente molto importuna, e ancora mi me appossessionava in suo termino. Da poi che vedette le case fatte e il traffico così abbondante e generale deliberò di abbrucciarle tutte e ammazzarne noi altri quanti fussemo. Molto in contrario li venne suo proposito; perchè, come piacque a Dio, restò preso lui, moglie, figlioli e famiglia; benchè la disgrazia volse che restasse poco tempo preso. Il Quibian si fugitte ad un certo uomo degno, al qual lui se gli aveva offerto con guardia di uomini. Gli figliuoli si fuggirono ad un maestro di naviglio, il quale li menò a luogo sicuro.

Nel mese di Gennaro si era serrata la bocca di questo fiume. Nel mese di Aprile li navigli erano tutti mangiati da pruina e bruma, e non poteva sostenerli sopra l’acqua. In questo tempo il detto fiume fece un canale, per quale cavai tre di loro con grande pena svoti: le barche tornarono dentro per sale e acqua e altre cose: il mare venne molto grande e brutto, e non le lassò ca-