Pagina:Lettere autografe Colombo.djvu/32

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mentele Isole delle Spezierie credevansi poste all’estremo Oriente: Colombo trovavasi sull’estremo lembo dell’Occidente. Ora non è egli evidente che due punti presi su un cerchio, quanto più s’allontanano da una parte, tanto più s’avvicinano dall’altra, finché, giunti all’estremo, si toccano e si confondano? Da quest’idea semplicissima, elementare, accessibile anche ad un’intelligenza puerile, partì l’uomo che dovea fare la più grande delle scoperte. E questo appunto ci spiega la lucidità e l’irremovibile fermezza del suo genio. Nella sicurezza della base teorica, nel concorso di fine e ripetute osservazioni, nel consenso di tutti i geografi, che allora avevano autorità, sta il segreto della sua ostinazione. No: né i visionarii, né i caparbiì non potranno invocare l’esempio di Colombo; perocché egli sentiva di essere null’altro che la conseguenza delle premesse, confessate da tutti i suoi avversarli. Infatti già da 1800 anni i filosofi greci avevano dimostrata la rotondità della terra. Nessuno, fuor di pochi teologastri, contraddiceva i maestri della scolastica. Alberto Magno, san Tommaso, gli Arabi consentivano cogli antichi; e nondimeno si continuava a parlare del lontanissimo Oriente come di un punto immobile ed estremo della terra. — L’Europa, credendosi confinata all’ultima plaga del mondo abitabile sotto il povero cielo settentrionale, teneva fissi gli occhi nel suo Oriente, alla terra del sole, dell’oro e delle spezie, cercando sguisciarvi rimpicciolita, supplichevole, tributaria traverso la Siria, l’Egitto, la Persia e la Tartaria, tenute da popoli barbari, potenti e irreconciliabili ai Cristiani. Colombo solo si rivolge all’Occidente, e grida: là è l’Oriente estremo; quest’essa è una nuova via per le Indie. Buscar el levante por el ponente! Voltar le spalle alla meta e far cammino a ritroso! Ben è dritto se lo