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194 lettere d’una viaggiatrice

automobili sbuffanti e rombanti, nell’aria odorosa di violette e di mare! Non vi è, quindi, bisogno di abitar proprio Montecarlo, dove i trenta, i cinquanta hótels hanno una popolazione curiosa, di grandi dame straniere, giuocatrici accanite, dalla passione ineluttabile, confessata e preclara, di grandi artiste che cantano al magnifico teatro del Casino di Montecarlo, di demi-mondaines che debbono colà cambiare di vestito tre volte al giorno, e, fra queste tre volte, vanno al Casino a giuocare il proprio danaro o quello degli altri, e giocano, quasi sempre, sino all’ultima loro lira; e di un mondo maschile esotico, singolare, foltissimo, che vi gravita intorno. Costoro, chiaramente, lealmente, abitano Montecarlo, negli alberghi, intorno al palazzo del giuoco, non volendo, non amando aspettar treni, perdere trentatre minuti, tornare a Nizza o altrove, di sera, di notte. Ma i giuocatori chics, i giuocatori pudichi, i giuocatori timidi, tutti quelli che nascondono con più o meno abilità il loro segreto delirio, i giuocatori di occasione, di distrazione, di disimpegno, vale a dire quelli che giuocano senza dare nessuna