Pagina:Lettere d'una viaggiatrice - Serao, 1908.djvu/212

Da Wikisource.

viaggio a cosmopoli 205

lievemente, rotolano, fuggono sotto i rastrelli, ritornano: le monetine d’oro, biondamente rilucono, in piccole pile, in forti pile, andando e venendo, anche esse, prese e ritolte, riprese e gettate di nuovo, sul tappeto verde, con una curva graziosa e dolce, che le fa cadere proprio sul numero: e, come il colpo è fatto, è un contar di danaro, con un tintinnio più alto, è un formare delle pile di argento, presso i tenitori del banco, delle grosse pile di argento, delle sottili pile di oro: ed è un fare e rifare delle piccole e grosse pile, innanzi ai giuocatori forti, che riuniscono le monete per puntarle: ed è il contare i sette od otto scudi, i tre o quattro luigi dei piccoli giuocatori, che non osano decidersi, e, intanto, ricontano il loro poco denaro: è il cambiare di biglietti da mille franchi in monete d’oro, in plaques da cento lire d’oro; è il cambiare delle monete d’oro in iscudi di argento. Monnaie, s’il vous plait! Pièce s’il vous plait! E, sempre questi scudi, questi napoleoni, fanno un tale andirivieni, si urtano, s’incontrano, tintinnano sempre, con uno squillo vivo, costante, che vi perseguita anche dopo,


17