Pagina:Lettere d'una viaggiatrice - Serao, 1908.djvu/447

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440 lettere d’una viaggiatrice

estate, con le vie appena accessibili, vi si dice messa ogni domenica: una sola messa, a un’ora fissa, che tanta gente pia viene ad ascoltare, di lontano, d’assai lontano, ma ciò solo per tre mesi, in luglio, in agosto e in settembre. Dopo, tutta la imponente valle dell’Allée bianche a cui appartiene Nostra Donna della Salute, si copre di neve: né la grande strada, né le piccole, né i sentieri alpestri, sono percorribili da piedi umani che non vogliano cercare una morte certa. Nessuno più dice la messa a Nostra Donna, salvo in qualche rarissimo giorno mite dell’inverno. Vi è un eremita, diciamo così, cioè un povero uomo, un custode, isolato, lassù, fra le nevi, con una cameretta accanto alla chiesa, che prende cura, per i nove tremendi mesi da ottobre a giugno, di questo santuario. Qualcuno, ogni tanto, venendo dalla Francia, venendo dall’Alta Savoia, vi si ferma a pregare, già miracolosamente salvo da quello che sono di duro, di spaventoso, di accasciante i valichi alpini, a piedi, in inverno.