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CERRI Catone, Frenatore, Artigliere da Montagna

Ha sopportato senza lamenti una prima ferita presa nell'autunno del '16 in Val d’Astico, ove le postazioni delle batterie da montagna, dopo l’offensiva trentina, sono tutte avanzate e scoperte per avere più ampia azione verso il nemico che occupa le cime. Anche a lui, come a tutti i combattenti italiani che han famiglia, quel che preme soprattutto è di non allarmare i suoi cari.

24 Ottobre ’16. « La mia mano comincia a guarire. Ieri vi ho scritto una lettera. È stato a trovarmi anche Scipione (probabilmente un fratello) e mi ha veduto anche dove sono ferito. Dunque vedete che non vi dico bugie. Non state in pensiero. È difficile scrivere da questo Spedale ». È triste, ma rassegnato al destino quando deve tornar su, diretto, senza aver ottenuto la licenza, senza aver riveduto casa.

27 Ottobre '16. « La mia salute è ottima, così credo della vostra. La ferita comincia a risanarsi e chi sa se passerò la fine del mese ancora all’Ospedale. Poi tornerò alla mia Batteria. Pazienza ».

Nell’Agosto ’17, dopo la licenza, gli tocca una posizione peggiore; è in piena battaglia, alla Bainsizza, ma ne parla poco. Vuol tenere alta la speranza.

« Questa volta in un posto peggiore delle altre. Spero che passi anche questa burrasca.... colla speranza che possa giungere quel giorno beato di poter tornare ancora in mezzo di voi ». Il 27 era caduto.