Pagina:Letturecommediagelli.djvu/672

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quei due cavalieri, convenne, poi ch'ei n'ebbe girata quella tanta parte che parve a Virgilio, non solamente discostarsi da le mura e ricidere il piano del cerchio per linea retta, ma ritornare in su la man sinistra, ricidendolo per ilt raverso, tanto ch'ei tornassero a ritrovar la scesa al dirimpetto della porta della città. Onde disse: noi lasciammo il muro ed andammocene verso il mezzo, per un sentiero e per una strada che fiede, cioè ferisce e percuote e arriva, a una valle, la quale fa spiacere (e così leggono il Boccaccio e l'Imolese, e non spicciar, come il Landino suo lezzo, cioè offende insino chi è lassù col cattivo odore; chè così significa lezzo. Ed arrivati in questa maniera i poeti nostri a la scesa detta disopra, Dante pon fine al capitolo; per il che porremo ancor similmente fine a la nostra lezione.