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44 LEZIONI

no. Chi non vede, che se la potenza degli elementi potesse ridursi all’atto, e andar al centro, sarebbe un resuscitare quell’altissima confusione di tutte le cose? L’umido col secco, il caldo col freddo, il duro col molle si mescolerebbe e simil mescolanza si farebbe di contrarietà, non intelligibile dagli uomini, ed abbominevole nella natura. Non veggiamo, che l’acqua fugge dall’aria; e l’aria dentro all’acqua se ne vola via; la terra non può star ne in acqua, ne in aria, e molto meno il fuoco? Se dunque gli elementi mostrano di non voler commercio, come avranno per istinto comune l’andar a racchiudersi in un luogo angustissimo tutti insieme?

Concludiamo pure, che ponendosi, come dicemmo da principio, la leggerezza, cioè l’istinto di andare in su nelle cose create, non perciò seguirebbero assurdi nella natura. Si salverebbero con facilità tutti i movimenti, che si fanno, e verso la circonferenza, e verso il centro. Ponendosi la leggerezza, non perciò seguita, che il piombo, e l’altre cose pesanti debbano rimaner senza quella manifestissima virtù, che si chiama peso. Pare, che favoriscano questa opinione ogni pianta, che s’innalzi nelle selve, ogni fonte, che scaturisca sulle montagne, ed ogni altra cosa, la sollevazione di cui, proceda da potenza non conosciuta.

Fra tutti i movimenti locali non controversi, che fa la Natura, mai non si trova, ch’ella si serva di linee convergenti. Testimonio la luce, le specie visibili, la diffusione del caldo, del suono, e degli odori. Sarebbe unico il moto de i corpi se si facesse per linee concorrenti. Contro la gravità, par che congiurino i detti de’ Filosofi, e le leggi della natura. Non par possibile, che gli elementi vadano al centro, primieramente, perche non possono arrivarvi, e la natura non intraprende l’imprese impossibili: secondariamente, perchè arrivandovi sarebbe un distrugger se medesimi, ed un rinnuovare la favolosa confusione del Caos. Per la quiete, è superfluo, che le parti della terra cerchino il centro, potendo forse meglio in ogni altro sito del globo riposarsi. Per la perfezione, par vanità, perchè gli elementi non sarebbero più perfetti nel centro, che altrove. Anzi se mai vi giugnessero tutti, affine di perfezionarsi, conseguirebbero piuttosto coll’unione delle contrarietà, la massima di tutte quante le imperfezioni.


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