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62 LEZIONI

IN LODE

DELLE MATTEMATICHE

LEZIONE NONA.

II

O non credo, che le discipline Mattematiche avessero giammai minor bisogno di lode, che in questo giorno, e in questo luogo, alla presenza di voi virtuosissimi Uditori. Imperocchè sono a mio giudizio totalmente superflue le lodi, e inopportuni gli encomj della Matematica, in questo felicissimo Stato, dove la Nobiltà la professa, e i Principi la proteggono. Mal consiglio sarebbe per certo, legger la Geometria dove ella avesse bisogno di lodatore. So, che sono già persuasi gli animi de’ Signori Fiorentini, ed io non debbo far altro, che render grazie a Dio, e al Serenissimo Padrone, per avermi dedicato al servizio d’una gioventù, la quale in questi studi ingegnosi, ha piuttosto bisogno di freno, che di sprone. So, che io posso coll’antico Aristippo rallegrarmi, per esser giunto in un porto, dove Vestigia hominum cerno, vedendo in più d’un muro, delineate figure mattematiche, ed ascoltando in più d’un ragionamento discorsi di Geometria. Nulladimeno insegnandomi l’ingegnoso Poeta, che spesse volte

Acer, et ad palmam per se cursurus honoris,
Si tamen horteris fortius ibit equus.
anderò toccando con rozzo discorso, qualche particolarità delle Mattematiche, acciò voi sentiate rammentarvi una particella delle utilità, che si cavano da quei peregrini studi, a’ quali siete tanto, e per inclinazion di genio, e per elezion di giudizio applicati.

Par propriamente un delirio di malinconia, in tutte l’Uni-


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