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ACCADEMICHE. 85

deriamo lo stile tenuto poi da Q. Fabio Dittatore, contro l’istesso Annibale. Se ne passa l’esercito de’ Cartaginesi vittorioso, dopo la rotta narrata, e s’accampa sotto Spoleto. Quella città era ben fortificata, e provveduta, ond’egli con perdita di molti de’ suoi, e con vergogna propria fu ributtato, e si partì. S’incammina per la Marca, e va finalmente a discendere nel territorio d’Arpino. Q. Fabio Dittatore, con quel poco avanzo di soldatesca spaventata, che s’era potuta adunare in Roma, allora estenuatissima di forze, va ad opporsi al Cartaginese vittorioso, e potentissimo. Ciascuno di voi Uditori s’immaginerà, che se Flamminio Consolo fu disfatto, benchè avesse un esercito numeroso, e fiorito di soldatesca scelta, Q. Fabio ancora con un rifiuto di pochi soldatucci avviliti dallo spavento della fresca sciagura, andasse propriamente al macello, e al supplizio, piuttosto, che alla guerra. Così penso ancor io, che fosse succeduto, quand’egli avesse tenuto il medesimo stile del Consolo Flamminio, col mettersi avanti, senza l’ajuto, pur troppo necessario della fortificazione, e del sito. Ecco Q. Fabio, comparisce alla vista de’ Cartaginesi, sotto la Città d’Arpino. Egli non corre con temerità ad affrontar l’inimico, ma piantata l’insegna, ed ordinati i guastatori, comincia a disegnar sul terreno, e poi comanda. Su presto non si perda tempo; qui voglio, che si cavin le trinciere; qui staranno ben piantati i quartieri; queste sieno le circonvallazioni degli alloggiamenti; colà staranno i cavalli; qui voglio i pedoni; in quell’ultimo si custodisca il bagaglio; voi sarete di guardia in quel posto, e voi in quell’altro: in questo modo dispone per tutto le sentinelle, e i corpi di guardia, e in somma si fortifica, come se fusse stato in una sicurissima Città. Annibale conoscendo di non poter vincere costoro, ne meno poter accostarsi a Roma, va raggirandosi pel paese, e mutando più d’un posto. Q. Fabio in giusta distanza lo va seguitando, ed ogni volta se gli trincera avanti agli occhi, togliendogli totalmente la speranza, e del combattere, e dell’approssimarsi alla Città. Si parte Annibale qualche volta maliziosamente dagli alloggiamenti propri, e raggirando intorno intorno a qualche colle, o a qualche selva, torna poi correndo colà donde si era partito, sperando di ca-


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