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Cavalieri, ed al Ricci, aveva lasciata, siccome appunto il Viviani medesimo nel Diporto Geometrico riferisce; ma avvengache intorno al riordinamento di questi scritti, il Viviani in varj tempi, con attenta diligenza s’affaticasse, contuttociò per molte, e gravi, e giuste ragioni, non potè eseguire il nobil pensiero, che di condurli a quell’ultima perfezione, che si richiede per la stampa, egli nutriva nell’animo. Onde essendo rimasi talmente occulti, che non sono stati ne pur veduti giammai, si è creduto, che riuscirà grato agli amatori del vero, l’avere almeno un ragguaglio distinto, e diligente, in che cosa consistano gli scritti lasciati dal Torricelli dopo la sua morte, fino a che in tempo migliore, non giungano alla per fine a poter avergli interi, e compiti, ed in un solo volume, per comun vantaggio, raccolti; lo che si fa ora tanto più volentieri, quanto che il Torricelli istesso poco avanti di morire, lasciò detto a chi gli assisteva, che supponendo egli, che l’opere sue non sarebbero potute essere per varie cagioni così presto stampate, si pubblicasse almeno l’indice di esse, il quale egli medesimo, avvengache non di tutte, aveva posto nella Prefazione del suo Trattato delle Proporzioni, che era stato fatto da lui per render più chiaro il quinto libro d’Euclide, per utilità, e comodo de’ suoi scolari, nel quale per far consapevoli i Lettori, de’ giusti motivi, che a comporre questo Trattato l’aveano indotto, prende occasione di parlare d’una gran parte dell’opere sue, in questa guisa.

Indecorum videbitur maxima Geometriae opera prae ma-


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