Pagina:Lezioni accademiche.pdf/54

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che nel presente volume si son raccolte. Le prime otto furono da lui recitate nell’Accademia della Crusca, in cui egli era meritamente annoverato; quella in lode delle Mattematiche fu detta nello studio Fiorentino, quando fu dichiarato pubblico Lettore di esse; l’altre due dell’Architettura militare furono fatte nell’Accademia del Disegno, coll’occasione, che egli in quella adunanza doveva spiegare questa nobile disciplina; e l’ultima ad una privata festevole conversazione d’amici la recitò. È cosa degna d’essere avvertita da chi legge, che le tre Lezioni fatte nell’Accademia della Crusca sopra la forza della percossa, nelle quali egli si protesta altamente di palesare a quei virtuosi Accademici, la dottrina, che ne’ discorsi familiari avuti col Galileo sopra tal materia, egli aveva raccolto, son quelle, che Alfonso Borelli nel suo dottissimo libro della forza della percossa, asserisce, che aveva udito dire essere state fatte dal Torricelli, ma che egli non l’aveva vedute giammai; nel qual luogo quanto giustamente il Borelli affermi, che fra gli scritti del defunto Galileo, ne fra le memorie lasciate agli amici suoi, non si sia ritrovato cosa veruna, ne pur minima, atta a dimostrare, che egli avesse pensato a ciò, che nel fine della quarta giornata del Dialogo del Moto promette di voler fare, per render manifesto, che la forza della percossa fosse infinita, da queste Lezioni del Torricelli si potrà con agevolezza riconoscere, e meglio si palesarà, quando nell’Opere del Galileo, che mentre si scrivono queste cose sono sotto il torchio, vi sarà fra l’altre un Dialogo della forza della percos-


sa, che