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scritto fine di pervenire all’amatissimo centro loro; e se è vero quell’altro assioma Aristotelico, che Dio, e la Natura non fanno niente indarno, bisogna, pare a me, confessare, che gli elementi non abbiano quel principio intrinseco di andare al centro. Dicalo il Filosofo colle sue parole stesse, acciò nella versione del testo non si sospetti l’alterazione del senso, le parole non posson esser ne più chiare, ne più a proposito. Impossibile est enim ferri illuc quò nullum quod fertur pervenire potest. Non è mai possibile, che le cose vadano naturalmente colà, dove non possono arrivare. Come dunque vogliono, che due elementi così grandi sieno naturalmente incamminati verso il centro, se è impossibile, che vi pervengano giammai? La natura mostrerebbe bene d’aver usato superflua prodigalità nella distribuzion degl’istinti, quando ella avesse collocato nelli elementi una potenza, la quale non è possibile, che giammai si riduca all’atto.

Nel primo del Cielo parlandosi di gravità, e leggerezza abbiamo questo Testo. Impossibile est id fieri, quod non contingit esse factum. Non è possibile che si faccia quello, che non può star fatto. Per ispiegarsi meglio porge alcuni esempi, dicendo.

Se non è possibile, che la tal cosa sia fatta bianca, non è anco possibile che ella si faccia bianca. Se non è possibile, che la tal cosa sia in Egitto, non è anco possibile ch’ella si faccia in Egitto. Aggiungo io; non è possibile che la terra, e l’acqua possano mai ritrovarsi, ed esser insieme nel centro, adunque non è ne anco possibile, che vadano al centro.

Ma concedasi anco questo, acciò da tutte le supposizioni maggiormente campeggi la verità. Sia vero, che gli elementi della terra, e dell’acqua possano ottenere il fine del loro natural movimento, cioè possano pervenire al desiderato centro del globo. Chi non vede, che bramano l’esterminio, e tendono alla lor propria destruzione, mentre appetiscono di concentrarsi, e ridursi in un punto, cioè d’annichilarsi? Ma per lo contrario, avendo eglino il principio interno di partire dal centro, verrebbero a bramare la lor propria ampliazione, ed il loro accrescimento, instinto comune di tutte le creature, e verrebbero ad avere un fine assegnato loro dall’onnipotenza crea-


trice,